Il vino che rallegra il cuore dell’uomo, l’olio che gli fa risplendere il volto.
Così nel Libro dei Salmi – Antico Testamento – si celebrano due prodotti antichi e pieni di storia, che da sempre allietano il nostro palato ed alimentano primordiali tradizioni.
Una delle tecniche più antiche per estrarre l’olio risale agli Egiziani, che grazie all’aiuto di un grande sasso, pestavano le olive all’interno di una pietra cava. La civiltà greca adottò metodiche più funzionali per la produzione del prezioso condimento, utilizzando delle vere e proprie macine. Metodo utilizzato poi anche dai Romani ed arrivato fino a noi. Persino il vulcanico Leonardo Da Vinci si interessò al tema, inventando uno “strettoio” per olio!
A partire dal VII secolo a.C. iniziò una forte produzione di vasi, atti a contenere sia l’olio che il vino, che si trasformarono con il tempo da prodotti di lusso, a beni fondamentali per gli scambi commerciali.
Come per l’olio, anche il vino rientrava a pieno regime nella tradizione dell’antico Egitto: nel corredo funebre del mitico Tutankhamon (risalente addirittura al 1339 a.C.) sono state incredibilmente ritrovate anfore contenenti differenti vini, distinti per annata di produzione, zona di provenienza e produttore. Più contemporaneo di così!!
Dall’Egitto questa pratica si diffuse tra i Greci – Dioniso vi dice qualcosa? – gli Arabi e gli Ebrei, fino ad arrivare, attraverso la Sicilia, in Europa.
Gli antichi Romani, amanti del buon vivere, erano grandi intenditori di vino e si impegnarono a diffondere la viticoltura i tutti gli stati imperiali. Arrivarono addirittura ad adottare Dioniso ed inserirlo nel novero delle divinità preferite, con il nome di Bacco.
Con la nascita del Cristianesimo ed il declino dell’Impero, il vino attraversò un periodo di oblio, tacciato com’era di indurre all’ebrezza ed al peccato. Con il diffondersi poi dell’Islamismo nel Mediterraneo, il vino cadde definitivamente in disgrazia, dovuto alla messa al bando della bevanda in tutti i territori conquistati dagli islamici.
A salvaguardare la tradizione, furono soltanto alcuni istituti monastici, che continuarono a coltivare vitigni ed a produrre vino, da utilizzare nelle cerimonie religiose.
Quando si beve un bicchiere di nettare di Bacco o si assapora un tozzo di pane intinto nell’olio d’oliva, si fa un viaggio nel tempo, gustando gli stessi sapori che i nostri avi, nei secoli, hanno apprezzato con il medesimo coinvolgimento dei sensi che continua a rapirci anche oggi.
L’Italia è da sempre fulcro della più profonda tradizione enogastronomica mondiale: un tesoro che custodiamo con amore e dedizione, e che affonda nelle radici stesse della nostra storia più luminosa. E proprio per questo grande amore, ogni autunno, siamo felici di celebrare due storici rituali:
la produzione dell’olio di oliva e quella del vino novello.
Nonostante il vino novello possa apparire come una moda pressoché contemporanea, le sue radici risalgono ugualmente all’antichità. Esisteva infatti, già dai tempi romani, un vino non destinato all’invecchiamento, chiamato doliore e che veniva messo in commercio immediatamente, da giovane. La sosta nelle celle vinarie era quindi molto breve, a differenza del vino destinato alla conservazione, che veniva conservato nelle apoteche o fumarie.
Se poi vogliamo risalire all’origine moderna del vino novello in quanto tale, dobbiamo ringraziare i nostri cugini d’oltralpe: negli anni ’30, un ricercatore francese di nome Flanzy, dedito ad esperimenti sulla conservazione dei grappoli d’uva, ottenne involontariamente una miscela particolarmente delicata e profumata. Il vino novello era ufficialmente nato ed i primi produttori furono i vignaioli della zona del Beaujolais!
In Italia, sebbene il culto di questa tipologia di vino sia particolarmente in auge, la dicitura ufficiale di novello risale solo al 1989. La legge stabilisce formalmente che – oltre a determinate caratteristiche organolettiche e di processo di vinificazione – questa bevanda sia messa in commercio a partire dalla mezzanotte ed un minuto del 30 ottobre dell’ annata di produzione, fino al 31 dicembre successivo.
Neanche a farlo apposta, ogni anno e nello stesso periodo, un altro prodotto immancabile sulle nostre tavole, vede i natali!
Indovinate quale?!?
Anche se in realtà, a differenza del vino novello, l’olio extra vergine di oliva non scade, per gli intenditori quanto più fresco si consuma, tanto migliori saranno qualità e gusto.
C’è da dire che, con il passare del tempo, le proprietà organolettiche e l’aroma iniziale ne risentono: l’olio pian piano cambia colore e perde limpidezza, fino ad arrivare al terzo anno nel quale non è più consigliabile per il consumo alimentare.
La cosiddetta prima spremitura, che assicura all’olio EVO il sapore migliore, corrisponde al periodo che va dalla fine di ottobre alla fine di novembre.
BINGO!
Ecco che, i due più fedeli compagni di viaggio del nostro cibo – olio e vino – si incontrano in un trionfo di sapori, celebrazioni e delizie infinite per il nostro palato!
Quale miglior motivo, per far baldoria?!
Molte delle manifestazioni autunnali a tema enogastronomico, hanno luogo durante il fine settimana del 10 ed 11 novembre, che corrisponde all’Estate di San Martino, vescovo di Tours nel 335, la cui proverbiale umiltà e senso di carità sono arrivati fino ai giorni nostri, e sono abbinate proprio alla spillatura del vino novello!
Solo per citarne alcune:
- la Festa dell’olio e del Vino Novello di Vignanello – Viterbo – che a suon di brindisi e gustose pietanze. Provate a camminare per le strade di questo meraviglioso borgo durante la Festa, la fragranza piccante delle olive in lavorazione e del vino giovane rapiranno i vostri sensi.
Attraverso percorsi didattici e ricostruzioni storiche, potrete seguire il processo di produzione di vino ed olio, gustare un cartoccio di caldarroste mentre passeggiate tra i vicoli e godere di sapori che riportano costantemente alla Madre Terra.
- A Bardolino – Verona – si festeggerà la stagione con l’annuale Festa del Vino Novello, accompagnato da salumi, zuppe, caldarroste e chi più ne ha…
- A Passignano sul Trasimeno – Umbria – si terrà OliAMO 2018, un percorso enogastronomico all’insegna di assaggi di vino, olio nuovo, prodotti tipici del territorio e passeggiate tra gli oliveti.
- Anche in Sicilia, moltissime sono le manifestazioni che celebrano questa ricorrenza: le cantine aprono le porte per dare vita a degustazioni, brindisi ed allegria! Protagonisti: Vino Novello, caldarroste, pane casereccio e gli immancabili biscotti di San Martino.
Ma le sagre non si limitano soltanto al secondo weekend di Novembre: spostiamoci a Livorno dove il 17 e 18 avrà luogo la manifestazione enologica MareDivino.
Indovinate quale sarà l’argomento principe?!
Ottimi vini, fra i quali anche il novello, piatti tipici della tradizione gastronomica livornese, show cooking ed attività dedicate ai bambini, per intrattenerli attraverso l’insegnamento del mangiare sano e gustoso.
Sempre rimanendo in Toscana, a Gimignano – Siena (11-18-25 novembre e 2-8-9 dicembre) si terrà la consueta Castagne e Vino Novo: una sagra dedicata al gusto ed ai prodotti enogastronomici del territorio.
Autunno toscano significa anche tante celebrazioni dedicate all’olio nuovo, fresco di spremitura. Sapevate che uno degli ulivi più antichi d’Europa si trova proprio in Toscana, nella Maremma? L’olivo della Strega ha più di tremila anni!
A Montemurlo – provincia di Prato – il 18 novembre si terrà la Festa dell’Olio Borgo della Rocca: ricostruzioni della vita medievale, cantastorie, giocolieri, visite ai frantoi locali, degustazione di piatti tipici ed olio nuovo.
Tante sono le regioni dello Stivale dove si produce un ottimo vino novello, ed altrettanti territori italiani difendono orgogliosamente il primato per la produzione del miglior olio extra vergine di oliva. Provate a chiedere ad un toscano quale sia l’olio EVO d’eccellenza in Italia, poi spostatevi in Umbria o Puglia e ponete la stessa domanda.
Risultato?! Una gran confusione ed una corsa al podio!
Ma la risposta è pura e semplice: ogni regione italiana impegnata nella produzione di olio e vino, ha la capacità di elaborare prodotti unici al mondo, dai sapori inconfondibili e prelibati.
Non esiste un vincitore in questa bonaria rivalità enogastronomica, l’Italia tutta si merita il podio: inattaccabile dallo scorrere del tempo e delle mode.